Qualche giorno fa ho pubblicato un pezzo dove raccontavo dell’ invito a cena da parte di uno dei miei più cari amici d’infanzia. Sono stato testimone al suo sfortunato matrimonio.
Insieme agli altri del gruppo storico ( 6 volendo 7 componenti)avevano deciso di passare una serata tutti insieme. E’ più di 20 anni per gli altri, per me 30 che la cosa non succede.
Con la scusa che delirio(lavoro )fino alle 22 ho declinato l’ invito.
Se avessi voluto ci sarei andato, ma non ho voluto,sul momento non mi è neanche passato per la mente. Preciso che ho buoni rapporti con tutti, soprattutto perché non li frequento più.
Dai 6 anni fino ai 30 trent’anni sono stati la mia quotidianità.
Raccontato l’ episodio sul blog e a dolce consorte, lei mi ha rimproverato per aver rifiutato l’ invito.
“Sono i tuoi amici del cuore ” mi ha detto.
“Sono gli amici di un tempo passato” ho risposto per giustificarmi.
Solo i ricordi ci legano. E per modo di essere non vivo mai di ricordi.
Sta di fatto che ho cominciato a riflettere sul fatto.
Infondo vederli tutti insieme una volta non sarebbe stato così terribile, ho pensato.
Quando il destino vuole non c’ è volontà che tenga.
L’ altra notte mentre tornavo dal delirio, chi vedo?
Erano fuori dal locale dove avevano appena finito di cenare
Erano lì a parlare.Li guardo con tenerezza e provo un senso di gratitudine col destino che mi ha permesso di rivederli tutti in una volta. Quindi accelero la moto prima che qualcuno mi riconosca e torno a casa di corsa.
I ricordi sono ricordi ed è meglio lasciali lì e tirarli fuori ogni tanto ma con parsimonia. Uno alla volta possibilmente.


