Battuta del giorno da pettegolo

La gente mette il becco dappertutto. L’uomo non discende dalla scimmia bensì dalla gallina.
(Carlos Ruiz Zafón)

I fatti miei mi annoiano sempre a morte; preferisco quelli degli altri.
(Oscar Wilde)

Hai mai notato che quando qualcuno dice che gli dispiace dire qualcosa, in realtà non vede l’ora di dirla?
(Alice Munro)

I pettegolezzi, per quanto sporchi siano, passano di bocca in bocca.
(Turhan Rasiev)

Il pettegolezzo è l’arte del non dir nulla in un modo che non si lasci praticamente nulla non detto.
(Walter Winchell)

Il pettegolezzo soddisfa il voyeurismo latente in ciascuno di noi per cui, sia pure per interposta maldicenza, cerchiamo di spiare quello che accade in camera da letto del macellaio o nella cucina dove costui litiga con la moglie. Le comunità di una volta vivevano sul sussurro quotidiano circa le marachelle o le disgrazie altrui, e di bocca in bocca le comari si passavano la notizia che il farmacista era cornuto, che la figlia del droghiere non era sparita in campagna per curare la zia malata bensì per celare il fatto che era gravida del figlio della colpa o che il sindaco non lo diceva ma aveva un brutto male. Talora queste mormorazioni potevano rovinare la vita di una persona (si pensi a “La patente” di Pirandello) ma in genere rispondevano anche a un interesse quasi benevolo per la vita del nostro prossimo e in definitiva costituivano una forma di cemento sociale – anche quando il pettegolezzo da partecipazione dolente si trasformava in pubblica sanzione
(Umberto Eco)

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