Il figlio dei nostri amici ha confessato di non essere omosessuale come temevano i genitori, ma di essere essere genderfluid e quindi di essere dei giorni Stefano e dei giorni Stefania. Ora i genitori sono entrati in paranoia. “Forse era meglio che era gay” Hanno detto.

Qualcuno ( dubito) avevo raccontato già del ragazzo che si pittava le unghie e altre atteggiamenti strani. I genitori si erano convinti che fosse gay, al padre dal dolore era venuta una mezza paresi.

Bene il figlio (unico) tornato dall’università fatta all’estero, dopo mesi di discussioni ha confessato che non è gay ma genderfluid, quindi a seconda dei giorni di chiamarlo Stefano o Stefania.

Ai genitori è venuto ad entrambi un mezzo coccolone e fanno fatica a riprendersi.

Abbiamo cercato di fargli capire i vantaggi.

Intanto hai la coppia un maschio e una femmina. Che sarebbe l’ideale. Si sa il padre preferisce la figlia femmina e la madre il maschio.

Ma hai la metà delle spese per crescerli.

Finiti i vantaggi.

Ora immagino i giorni che si sente maschio che gli porta a casa la fidanzata, e i giorni che si sente donna che gli porta a casa il fidanzato. Con Entrambi se andrà a convivere vorrà fare dei figli, con la prima sicuramente sarà più semplice, nel secondo caso non so se anche il corpo si senta donna e sia pronto a una gravidanza intermittente. Ne dubito fortemente.

A parte gli scherzi, la cosa ha mandato nello sconforto assoluto i genitori che non sanno come affrontare la faccenda.

Siamo tutti moderni coi figli degli altri.

Ora sono sincero non so come reagirei alla cosa, di sicuro capisco lo smarrimento dei due e le preoccupazioni per il figlio figlia a seconda del momento.

Sarà anche natura ma a me sa tanto di disturbo mentale. Puoi avere il fisico di un uomo e sentirti donna, puoi avere il fisico di una donna e sentirti uomo, ci sta e lo capisco, ne ho scritto anche sul blog. Ma un giorno uomo e un giorno donna ma va a fanculo.

51 pensieri riguardo “Il figlio dei nostri amici ha confessato di non essere omosessuale come temevano i genitori, ma di essere essere genderfluid e quindi di essere dei giorni Stefano e dei giorni Stefania. Ora i genitori sono entrati in paranoia. “Forse era meglio che era gay” Hanno detto.

  1. In certi frangenti sorge un’esclamazione: Che casino! E trattandosi in fondo/in fondo di “sesso”, l’esclamazione ci sta. La natura può tirare a qualcuno degli scherzi ma qui c’è la sofisticazione del poter fare e disfare tutto,senza limiti e senza scrupoli. Orrendo! Comunque gli interessati,i genitori,dovrebbero passare oltre e amare il figlio pure se “strano”. Ciao All!

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  2. Dunque, io la vedo così, la persona deve essere in pace con se stessa, quindi se alle mie figlie piacciono uomini, donne o tutti e due a me frega poco, l’importante che siano felici. Poi sul discorso prettamente fisico, penso che se la natura ti ha fatto nascere di un determinato sesso, accettalo. Poi scopa con chi vuoi, ma con il corpo che la natura ti ha dato. Andare a fare casini con interventi vari non mi sembra una buona idea, premesso che ognuno fa quel che vuole.

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  3. Lo so che è difficile, ma questa è la natura. C’ è un sacco di gente che non ha una personalità sola ma diverse. Una volta ho letto di un giovane che aveva 8 – 9 personalità. Un giorno era un tipo strano, un’altro era un artista, un altro era studente modello, un altro ancora era un maniaco. In momenti conflittuali era pure giunto all’omicidio. Era stato anche in cura per cercare di trovare un equilibrio.
    L’unica cosa che possono cercare di fare i genitori aiutarlo a trovare un equilibrio.
    Buona giornata

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  4. Quello che mi fa riflettere (e sorridere, dato che me ne tengo fuori), nell’ambito della spirale discendente in cui ci siamo infilati da tempo è che più si cerca di liberarsi dalle etichette più si tende a crearne di nuove che – inevitabilmente – ci restano appiccicate addosso peggio di quelle da cui tentavamo di sfuggire.

    Personalmente, preferirei essere chiamato “frocio” che “gender fluid”. Se proprio, al limite. 😉

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  5. Mi ricorda Orlando, il romanzo di Virginia Woolf. Diceva che in ogni essere umano avviene un’oscillazione tra un sesso e l’altro e che spesso la sola differenza è nell’abbigliamento, sotto al quale il sesso è al contrario…

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  6. Sarebbe interessante capire se ciò che sente di essere il ragazzo è reale o indotto dalle tante etichettature mediatiche inventate negli ultimi anni. Ci sono talmente tante sfacettature nella sfera sessuale di ognuno di noi che, volendo, ci si può giocare all’infinito, l’importante è che non siano mode o confusione mentale a cui siamo sottoposti ogni giorno in ogni settore della nostra vita.

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  7. 🎀 Jung asseri’ che in ogni essere umano esiste la duplicita’animica (anima-animus) ~ Nella donna si “evidenzia” l’anim-a, (e l’animus ne costituisce l’ombra) ~ Nell’uomo si “evidenzia” l’anim-us, (e l’anima ne costituisce l’ombra) ~ L’ombra e’ silente ma collabora ~ Anima ed animus, e la rispettiva ombra, convivono in ogni persona ~ Ciascun essere umano cresce e si sviluppa, fisicamente e psicologicamente, sulla base anatomica genitale originaria (con la quale e’ nato) ~ Ma nel corso della crescita qualcosa interviene, e la persoma mostra “indecisione” sessuale ~ Considerando che il sesso e’ una delle espressioni biologiche piu’ potenti, e’ possibile che nel soggetto “indeciso” assuma specifiche e non previste direzioni personali ~ Credo che la PRRSONA, (maschio, femmina, gay, gender, trans), abbia le sue proprie caratteristiche psico-spirituali, a prescindere dal genere assunto ~ La mutazione sessuale irrisolta e’ comunque drammatica ~ L’Evidenza e l’Ombra dovrebbero rappresentare tra loro una coerenza, una complementarieta’, e comporre una armonia ~ Quando invece confliggono o si sovrappongono, la persona puo’ essere imperversata da contraddizioni difficili
    ~ Sulla “indecisione” sessuale e sugli aspetti conseguenti, esiste un inimmaginabile business, sia economico e sia politico.
    Buona giornata All!

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  8. Beh sentirsi maschi in un corpo da donna e viceversa È DAVVERO UNA MALATTIA PSICHICA NOTA SI CHIAMA DISFORIA DI GENERE e colpiva pochissime persone nel mondo.
    Erano quei bambini che crescevano così, per lungo tempo.

    In questo caso credo che il ragazzo sia semplicemente omosessuale, ma a scuola la prof o la TV gli ha dato nuovi termini ed usa quelli per correggere i genitori che non accetterebbero un figlio omosessuale.

    Ma magari genderfluid si. Sono impreparati. Di sicuro non possono dire che hanno un figlio omosessuale, e tanto al ragazzo basta.

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    1. Lo ammetto. Io personalmente un po’ comare sono.

      Ecco, ho fatto outing. 😉

      Si sta qui, si chiacchiera, ogni tanto un po’ di cazzeggio rilassa…

      Comunque si, certo che possono scegliere, anzi devono scegliere, sarebbe auspicabile che scegliessero, prima di lasciare che qualcuno scelga per loro. Qui infatti il problema sta proprio nella mancanza di scelta o – ancora peggio – nell’illusione di una scelta dettata da altri in modo più o meno subdolo.

      La nostra psiche è talmente complessa che la circostanza di una sessualità a giorni alterni non è una cosa così rara (e non rientra nemmeno fra le attitudini potenzialmente pericolose): nel caso di specie, se un ragazzo in età universitaria si trova ancora in una fase così oscillante vuol dire che possiamo considerarla una condizione permanente. E sta bene. Quello che dal mio punto di vista è insopportabile è la mania di classificazione ed etichettatura a tutti i costi che da qualche anno a questa parte ha preso fin troppo piede. Coniare un nuovo termine (possibilmente un anglismo, che fa più fico) per definire una situazione complessa non aiuta a comprenderla. Anche se fatto con le migliori intenzioni serve solo a stigmatizzare ancora di più il portatore, a farne un riassunto sbrigativo che aiuta a metterlo da parte affibbiandogli una qualche tessera ARCIqualcosa, a rinchiuderlo in un recinto virtuale insieme ai suoi “pari” e in definitiva a toglierselo di mezzo. Avrei decine di esempi ma te/ve li risparmio.

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    2. Il ragazzo fa quello che vuole e neanche i suoi genitori gli stanno proibendo nulla.
      Sicuramente vive un tormento.
      Detto questo ne discutiamo, come si discute tra amici- Quello che vuol essere il mio blog
      C’è chi ci ride, chi ne parla seriamente, a chi non frega niente. Ognuno dice la sua.
      Questo lo ripeto è lo scopo del mio blog, parlare anche di argomenti seri cercando di sorridere.
      Non è che andiamo sotto casa del ragazzo a infastidirlo. Siamo qui tra noi sempre i soliti
      Spero di aver chiarito
      Buonanotte

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  9. è una scelta sofferta, occorre che sia il tempo a portare chiarezza. l’identità, non la si trova nella fretta, che tra l’altro non è la persona in questione ad avere ma gli altri che gli ruotano intorno. ha bisogno di una sola cosa questa creatura: di essere accettata per quello che in quel momento si sente, poi, col tempo, gli ormoni daranno un nome a questo essere umano pari a voi! l’importante è che non cresca come un albero curvo, obbligato a portare il peso della superficialità di questo mondo.

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    1. Il problema (nel caso specifico) è che ‘sto cristiano avrà 25 anni… gli ormoni a questo punto o li assumi volontariamente o se no c’è poco da aspettare.

      Comprensione, accettazione e mediazione. Un po’ di coscienza e di impegno da parte di tutti – lui compreso – e possiamo andare avanti. Non è un ladro e neppure un assassino.

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      1. ma tu che c’entri! ma cosa stai a sentenziare! cosa giudichi! cosa ne sai di come sta la gente! con quale diritto lo bullizzi!

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  10. Si capisce che ci sono condizionamenti culturali che incidono su certi comportamenti. Sicuramente non bastano le prediche ma penso che se i giovani incontrassero degli interlocutori che possano rappresentare uno stile di vita attraente e positivo possano verificare la convenienza delle loro scelte e conoscere meglio se stessi.

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      1. È una grande sfida e dolore già che un figlio abbia un tormento, ma chi è di Chiesa è chiamato ad una apertura che guarda si alla ferita dell’altro ma anche al desiderio di vita e compiutezza che l’altro urla e nell’abbraccio e compagnia Il figlio può guardare meglio se stesso , il che non vuol dire che cambi ma che non sia schiacciato e sereno nel vivere questo dramma.

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  11. ho sempre pensato che quello che noi chiamiamo gender fluid sia di fatto una cosa molto antica. Non credo che sia solo un prodotto della nostra società, ma che ci siano state sempre persone che non si ritrovavano col proprio corpo fai bene a concentrarti sulla reazione di una famiglia. Perché il problema è proprio questo. Amare un figlio/a ma non riuscire a comprendere fino in fondo il suo mondo. Trattandosi comunque di persone, non possiamo fare altro che trattarli da persone.🐈‍⬛♥️

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  12. Posso essere faceto su una questione seria?

    Secondo me il problema è nato con gli apparecchi multifunzione: i meno giovani ricorderanno i telefoni con fax e segreteria integrati, passando per le stampanti-scanner-fotocopiatrici fino ad arrivare allo smartphone: un telefono cellulare che è anche computer, tablet, fotocamera e videocamera.

    A forza di usare ‘sta roba ci siamo abituati ad essere circondati da ibridi che fanno tante cose, tutte alla meno peggio. In questo senso, il “gender fluid” non mi sorprende. Lo capisco.

    (L’ho detto all’inizio, sto scherzando, non vi incazzate… 😉 )

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  13. be’ …. osserverei, a voce bassa, che anche tu qualche giorno sei esperto di zucchine e carciofi e invece qualche altro sei un fine analista geopolitico e di guerra tecnologica ….. ma mica stiamo a discutere di quale disturbo mentale sei affetto 🙂 🙂 🙂 🙂 ti accettiamo come sei 😇😇😇😇😇😇😇👳👳👳👳👳

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