Topo maledetto topo ti faccio fuori. Al delirio ( lavoro) il topino che si mangia i fili elettrici dei nostri mezzi lasciandoci tutti a piedi.

Qualche settimana fa al delirio ci siamo trovati appiedati un mezzo era completamente bloccato.

Fatti tutti i tentativi del caso ci siamo arresi e chiamata l’assistenza.

Caso voleva che fossero in zona e sono arrivati subito.

Ma il problema era grosso un infame di topo si era mangiato tutti i cavi elettrici impedendone il funzionamento, ma il guaio grosso è nato anche nell’aggiustarlo immediatamente, non avevano l’attrezzatura adatta per poter fare le riparazioni.

Tornati due giorni dopo hanno eseguito la riparazione. Il danno del topolino era incredibile si era rosicchiato tanti fili.

Aggiustato, però ci hanno avvisato che non si eliminava il problema, i topi la cosa poteva accadere di nuovo.

600 euro di danno.

Che i cavi elettrici di potenza o di controllo siano tra i primi obiettivi dell’attività di rosicchiamento di topi e ratti è cosa ormai accertata da tempo, rimangono tuttavia oscure o solo parzialmente determinate le cause di tale comportamento.

La necessità di rosicchiare materiali che abbiano una certa consistenza per affilare i denti incisivi, a crescita continua, è solo il primo dei motivi degli attacchi ai rivestimenti dei conduttori. Il polietilene, materiale con cui vengono isolati la maggior parte dei cavi elettrici, è preferito in quanto tale, infatti anche in assenza di un qualsiasi campo elettromagnetico, generato dal cavo quando viene attraversato da una corrente, questo viene eroso lo stesso.

Il secondo, di natura più complessa, è quello che coinvolge le perturbazioni spaziali provocate dai campi elettrici e/o magnetici generati dai conduttori posti a differenze di potenziale o attraversati da correnti elettriche. Qualsiasi conduttore, infatti, produce un capo elettrico associato, che esiste anche quando nel conduttore non scorre alcuna corrente, contrariamente al campo magnetico concatenato che si genera solo quando si ha movimento di cariche; quando cioè nel conduttore circola corrente. In entrambe queste situazioni i roditori in generale, ed il Topolino delle case (Mus domesticus) in particolare, sembrano modificare il loro comportamento al punto da essere attratti dalle sorgenti di tali perturbazioni spaziali.(Natuvì)

Sto bastardo maledetto di un topo dopo una settimana non si è rimangiato i cavi lasciandoci di nuovo a terra.

D’inverno i topi cercano riparo all’interno del delirio, nonostante esche, veleni, trappole sti infami prolificano lo stesso.

Ieri sono tornati i tecnici.

Lo hanno aggiustato, ma mi hanno detto di aver visto il topino che ha fatto casa nel mezzo.

“Bisognerebbe eliminarlo” Mi hanno detto.

” Come cazzo l’elimino?” Gli ho chiesto

” Ci vorrebbe del veleno da mettere dentro il vano del mezzo ” mi hanno risposto ” E dove cazzo lo prendo? ” gli ho domandato.

Fatto il giro di tutte le esche sparse per delirio , con mio grande sgomento che erano state tutte mangiate.

Topolandia l’aveva detto che in questo periodo una volta al mese non basta, ma ci vorrebbe una volta alla settimana.

Ma al delirio che sono deliranti non hanno voluto.

Ora 600 euro la prima volta, 600 euro forse gli conveniva farlo arrivare.

Resta il fatto che il problema rimaneva.

Dietro autorizzazione sono andato a comprare il veleno.

Ringraziamo l’universo che ci sono i cinesi hanno tutto.

Quando è stato il momento il tecnico si è rifiutato, non voleva uccidere lui il topolino. Sarà scemo anche lui ? Gli voglio bene ci conosciamo da anni ma una cagata così poteva evitarla di dirla.

Il lavoro sporco l’ho fatto io dietro sue indicazioni. Complice in ogni caso.

Ora speriamo che l’infame di topo mangi l’esca e vada nel paradiso dei topi a rompere i coglioni lì.

23 pensieri riguardo “Topo maledetto topo ti faccio fuori. Al delirio ( lavoro) il topino che si mangia i fili elettrici dei nostri mezzi lasciandoci tutti a piedi.

  1. In una realtà come quella bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo e fare un bel contratto con una ditta di derattizzazione. Non c’è altra via, servono interventi precisi, programmati e a scadenze periodiche puntuali.

    Altro è a casa, se oggi faccio in tempo torno a raccontarti cosa hanno combinato a me e come ho (temporaneamente, visto che la cosa è stagionale) risolto.

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  2. Mi è successa la stessa cosa in ufficio. Abbiamo installato i cavi di rete che collegano ben 40 pc sotto il pavimento rialzato . Ce n’erano 7 di topi . E ci hanno impiegato un mese a stanarli tutti . E altro che 600 euro ..abbiamo dovuto rifare tutto 😦

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  3. *WARNING*: questo è un altro “commento-pippone”, se avete da fare saltatelo a piè pari 😉

    Se non avessero questa brutta abitudine di fare danni, sarebbero adorabili. Dalle mie parti quando ho costruito casa eravamo invasi da vere e proprie pantegane, brutte, grosse e pure aggressive: non scappavano, ti guardavano con aria di sfida e non nascondo che in quella situazione fra me e gli operai ne abbiamo fatti fuori a palate (in tutti i sensi, sia nel senso di “tanti” che nel senso letterale di “a colpi di pala”). La situazione all’epoca era insostenibile, per fortuna i tempi sono cambiati (non c’è più la specie di discarica che c’era a due passi dal mio terreno, quindi topastri di fogna finiti).

    Rimangono i topini di campagna (che anche loro diventano grandini, ma sono molto più gestibili).

    Di quelli tanti, e di danni pure.

    L’Amico Cane che avevo prima era un killer silenzioso, li seccava senza nemmeno farsi accorgere dovunque fossero: andato via lui, finita la pacchia. L’attuale Amico Cane, nonostante l’aria cattiva si limita a rincorrerli ma fino adesso li ha sempre lasciati in pace. E loro proliferano. D’estate tanto quanto, ma quando comincia a fare freddo cercano di farsi la tana e lì cominciano i guai.

    La sera aspettano che rientriamo e si vanno ad infilare nei cofani delle macchine perchè sono caldi: se rimanessero lì al calduccio per poi andarsene al mattino non ci sarebbe problema, invece ‘sti scemi rosicchiano. E’ così che dalla sera al mattino ti trovi con qualcosa che non funziona o con la macchina che non parte proprio. Nell’ ordine mi hanno fottuto su vari mezzi:

    Due vaschette dei tergicristalli;

    una vaschetta del liquido del radiatore;

    due matasse di cavi delle centraline del motore (in un caso con corto circuito annesso non appena ho acceso il quadro la mattina);

    innumerevoli parti in gomma delle tubazioni del carburante (e per fortuna che quelle dei freni e del gas sul Pandino a metano sono metallici se no erano cazzi).

    E altre cose minori. Diciamo che sulle macchine fra ricambi, tempo perso e giramenti di palle vari il danno totale si attesta sui 2.000 euri.

    Ma non si limitano alle macchine, naturalmente:

    Mi hanno sbragato quasi tutte le zanzariere delle finestre (che ho dovuto sostituire con quelle metalliche), poi nella rimessa non posso lasciare nessun contenitore di plastica perchè li bucano. Ho scoperto che sono attratti dall’olio vegetale per lubrificare la catena della motosega: me ne sono accorto quando mi serviva e il flacone era completamente vuoto, bucato sul fondo.

    Il danno peggiore è stato lo scorso anno quando non ho capito come sono riusciti ad entrare nel pozzo: una mattina apro il rubinetto e salta la corrente. Pensavo al peggio, la pompa sommersa a 30 metri in corto circuito, invece il roditore di merda aveva rosicchiato il cavo che porta la corrente giù alla pompa ed aveva messo in corto i fili. Da una parte meno male, dall’altra due ore a penzoloni sulla bocca del pozzo (che è inquietante, credetemi) a rattoppare e riaggiuntare il cavo. Finita lì ? No, perchè poi è riuscito a rientrare e rosicchiando rosicchiando ha bucato il gomito del tubo che porta su l’acqua con il risultato che ogni volta che partiva la pompa metà dell’acqua schizzava fuori dal buco invece di arrivare dentro casa. Altre due ore di smadonnamenti sempre a penzoloni sull’orlo di un pozzo largo un metro e mezzo e profondo trenta che se ci caschi dentro ci vogliono i pompieri per tirarti fuori.

    Come risolvere ?

    Iniziamo dal fatto che preferisco nonostante tutto non far loro del male. In aggiunta sono contrario all’uso di esche avvelenate (anche se protette) per un motivo semplice: il Cane. Oltre al rischio che se le mangi direttamente, c’è la possibilità che se decidesse di mangiarsi un topo morto avvelenato si avvelenerebbe anche lui. Non al punto di morire (le dosi non sono sufficienti) ma una bella intossicazione (con tutto ciò che ne consegue in termini di rotture di palle e spese veterinarie) è comunque una cosa da evitare.

    Quindi niente veleno per topi.

    Alla fine ho optato per la deportazione di massa.

    Ho acquistato quattro trappole a gabbia belle grosse, sistemate in punti strategici. Rifornite con la giusta esca (si può usare qualsiasi cosa ma ho scoperto che non c’è nulla che li attiri più del burro di arachidi) basta metterle lì ed aspettare. Lo scorso inverno, nel giro di un quarto d’ora le ho sentite scattare tutte e quattro: in ognuna un bel sorcio, molto contrariato ma contento della scorpacciata gratis. Prese le gabbie, caricate in macchina, portate a un chilometro di distanza e aperte in un campo vicino al Tevere, dove hanno probabilmente iniziato una nuova vita (o forse se li sono mangiati le volpi, cazzi loro).

    Problema risolto. Ora sto aspettando la prossima ondata e ho un nuovo barattolo di burro di arachidi.

    Segue immagine di uno dei topi contrariati pronto per essere rilasciato nel nulla:

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