Argomento serissimo, trattato in maniera serissima: pesticidi o agricoltura biologica. La bolla del pesco come esempio.

Chi mi segue sa che da quando faccio il diversamente contadino spesso parlo di fare l’agricoltura biologica.

Ora io non ci campo e quindi se va male è assolutamente lo stesso.

Ma se uno ci deve vivere le cose cambiano radicalmente.

Onestamente solo l’agricoltura biologica non funziona o meglio non si avranno mai la produzione e la qualità delle piante trattate in maniera diversa.

Ho provato nel tempo vari metodi dei più naturali, tipo l’ortica macerata, oltre la fatica l’ortica è servita a ben poco se la dovrebbero mettere nel culo quelli che la consigliano. La puoi usare se hai solo un albero e non è detto che funzioni.

Se vuoi raccogliere qualcosa apparentemente sano è necessario usare dei fitofarmaci.

Molti di voi avranno sentito che in Veneto :Da una parte un pesticida potenzialmente neurotossico per lo sviluppo cerebrale dei bambini, tanto che se ne è vietato l’utilizzo nel 2020, dall’altro il flagello della flavescenza dorata che sta falcidiando interi filari di vigneti. La questione è quanto mai delicata.

Di cosa bisogna discutere si dovrebbero domandare delle persone sane di menti ?

L’appello dell’endocrinologo

E, ancora, dice Zanoni, «ci sono le recenti dichiarazioni dell’endocrinologo Ernesto Rorai, intervenuto alla conferenza ‘Pesticidi e Salute – Gli interferenti endocrini’ organizzata dal Comitato Marcia Stop Pesticidi e Isde Medici per l’Ambiente, del 31 marzo scorso a Vittorio Veneto. Rorai ha affermato che questo pesticida, nei nati da madri esposte durante la gestazione o l’allattamento, ha causato insulinoresistenza, diabete mellito, disturbi neurologici, dislipidemia. Rorai afferma che l’uso di tali sostanze deve essere vietato».(corriere del Veneto)

Chiaramente alla fine verrà usato in deroga a tutti i divieti. I vigneti in Veneto sono più importanti di qualche bambino malato anche se gravemente.

I miei peschi soffrono della bolla, avevo la possibilità di usare dei fungicidi ad alta tossicità comprati anni fa da suocero o dei fungicidi a basso impatto ambientale permessi nell’agricoltura biologica.

Il risultato è che praticamente tutti i peschi hanno la bolla del pesco.

Ora io non ci vivo con le pesche, ma se ci dovessi campare ?

I Trattamenti sono stati fatti correttamente e al tempo giusto ma il risultato è che si sono ammalati lo stesso.

Ieri sono stato dove compro i prodotti da usare nell’orto ed ho chiesto consiglio. La risposta è stata stata usa …… il prodotto che ho a casa e non uso.

L’ombra dei pesticidi in Alto Adige, secondo i dati «irrorazioni quotidiane»

di Simone Casciano

La Süddeutsche Zeitung accende i riflettori sui trattamenti delle mele in val Venosta. Nei sette mesi analizzati dalla testata tedesca i pesticidi sono stati usati 38 volte per meleto

Io per il momento continuo col biologico, frutti meno belli ma sani, però non ci campo con le pesche e neanche con le mele.

28 pensieri riguardo “Argomento serissimo, trattato in maniera serissima: pesticidi o agricoltura biologica. La bolla del pesco come esempio.

  1. I miei suoceri hanno avuto parecchi problemi con la mosca dell’ulivo, per ora (grazie alle ricerche della mia signora, loro figlia) sono riusciti a contenere la cosa con un qualche “trucco” biologico, di cui però non conosco nulla. Se serve mi informo. Per il resto, è la solita questione lavoro/salute, tipo Ilva: per chi non ci campa è più facile dire “no”, per chi ha un’attività è un dramma, ovvio che occorrerebbe salvare capra e cavoli, non vedo altro che aiuti di settore e altra ricerca per trovare soluzioni più consone

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  2. Da ignorante in materia, non so cosa sia la bolla del pesco, ma capisco che non è una cosa gradevole. Ricordo che il pediatra (quando ancora facevano i medici seri e davano consigli) mi aveva sconsigliato di dare le pesche alle bambine, perché è l’unico frutto in cui i pesticidi vanno sotto la buccia, perciò anche lavarle non serve a nulla. Per l’altra frutta, basterebbe teoricamente lasciarla a bagno in acqua e bicarbonato, e possibilmente sbucciarla.

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  3. Io spero solo che, vagliando tutti i metodi che vengono usati nel settore, essi siano tutti “sicuri” per la nostra salute, e verificati dagli esperti.
    Ma ho come la sensazione che per aumentare le produzioni vengano spesso usati prodotti vietati, o dosi superiori al lecito.

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  4. Peccato che i giovani non abbiano ricordo di come era la frutta quando non esistevano i pesticidi, c’era sempre il vermetto e bisognava togliere col coltello la parte marcia ma nelle ciliegie era impossibile. Poi vennero LORO e lo stesso albero di pere estive forniva il doppio di prima e senza il vermetto.
    Per non parlare poi del ,Rogor (ora acquistabile solo in cina) sulle olive, tutte bellissime

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  5. Gli agricoltori trentini più volte hanno fatto notare che loro diffondono più e più volte antigrittomaci per ottenere un raccolto vendibile;mentre i sedicenti agricoltori biologici dichiaravano di avere ottenuto gli stessi raccolti senza aiuti chimici.
    Di cosa stiamo parlando?

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  6. nel 1992 faccio la volontaria servendo ai tavoli della festa dei pompieri della val di non.
    mi sono divertita un sacco.
    ridendo e scherzando mi dicono che ogni melo in fin di produzione è da trattare come un rifiuto tossico industriale e il resto me lo lasciano immaginare.
    quanto bevono i pompieri della val di non nel giorno della loro festa!

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  7. Non ci si salva da nessuna parte. Ho letto oggi di un nuovo prodotto che faranno sulla frutta per mantenerla fresca dopo il raccolto per un sacco di tempo. Ovviamente non si sa cosa c’è dentro ma il fatto che lo produca bill gates non è un buon segno…

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    1. Anni fa un giornalista inglese se ne uscì con un inchiesta che avrebbe dmostrato che alcuni produttori di mele facevano irradiare per pochi secondi i loro frutti, sterminando i microorganismi responsabili della putrefazione.
      Non conosco gli sviluppi.
      Una cosa è certa: oramai mele, pere e pesche vengono raccolte ancora acerbe, sballottate in camion frigoriferi e portate in negozio belle colorate, ma con la consisteza della frutta di marmo decorativa.

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  8. Intanto l’agricoltura biologica protegge il terreno, ma il risultato della coltura è lo stesso. Il problema è annoso, c’è la lotta integrata e poi c’è la resa se proprio non puoi fare a meno di usare sostanze potenzialmente tossiche. In Italia c’è il furbissimo divieto di produrre OGM, così non possiamo nemmeno utilizzare le strategie genetiche che spesso sono molto valide

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