Anarchico insurrezionalista. Dalle parole ai fatti.

Ero indeciso se scrivere questo articolo, poi per motivi di simpatia verso l’anarchia ho deciso di scriverlo.

La storia è di una persona ricchissima di famiglia, i ricchi di sinistra si sarebbe detto una volta. Con voti altissimi a scuola della sua vita avrebbe potuto fare quello che voleva… infatti è diventato un anarchico insurrezionalista con sgomento della famiglia conosciutissima.

La storia è finita su tutti i giornali locali e nazionali.

Aveva lanciato delle bombe carta poi rivelatesi dei petardi quelli di capodanno per intenderci verso una caserma dei carabinieri.

Arrestati tutto il gruppo non erano proprio dei più furbi come attentatori, a fare gli attentati bisogna essere professionisti. Come detto erano stati beccati quasi subito e con grande stupore si era scoperto che c’era anche il figlio di una persone più ricche di questo paese.

Ora il ragazzo va detto che coerentemente ha rifiutato tutti i vantaggi dell’essere figlio di persone ricche, rifiutando i domiciliari per rimanere accanto ai suoi compagni e condividere la loro stessa sorte.

Ora conoscendo abbastanza bene la famiglia non entrerò nei particolari.

Di certo però se una persona che poteva fare quello che voleva della sua vita anche niente e spassarsela per 10 vite consecutive decide di diventare un anarchico insurrezionalista e rinunciare a tutto, soldi benessere e di vivere quasi clandestinamente qualche domanda uno se la dovrebbe porre.

Personalmente nonostante la simpatia verso il movimento anarchico non ho mai pensato di entrarne a fare parte.

Da giovane pensavo che il mondo lo si potesse cambiare con l’impegno civico e sono diventato socialista, poi sapete tutti com’è andata a finire. I socialisti non esistono più in questo paese.

L’anarchia ha una sua ragione d’essere.

L’anarchia o anarchismo punta alla costruzione di una nuova tavola di valori che guidi la condotta umana, una nuova politica segnata dal presupposto etico secondo cui l’uomo non può mai essere schiavo di un altro uomo: la libertà è un presupposto imprescindibile. 

In primo luogo è un pensiero legato indissolubilmente all’azione: è quest’ultima a dare origine al pensiero e non viceversa. L’anarchia o anarchismo trova la propria ragion d’essere nella critica alla società esistente e nella concreta volontà di cambiarne i presupposti su cui si fonda. Le idee, per un anarchico, non hanno alcun valore se non si concretizzano e sperimentano nella vita quotidiana (tanto pubblica quanto privata). 

27 pensieri riguardo “Anarchico insurrezionalista. Dalle parole ai fatti.

  1. Esistono infinite interpretazioni di cosa sia Anarchia. Per me in primis è aver capito che lo Stato e la società odierna sono la iattura di tutti i mali. Che lo Stato è come una mafia. Anzi, è la mafia in realtà più forte.

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  2. Il figlio di una mia cara amica lo è solo che a volte fanno troppe cazzate …anarchia non è sfasciare negozi, ospedali, ecc ecc …. è come dici tu ridisegnare una società con valore. Io la penso così

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      1. Perdonami: anche oggi manifestazioni di anarchici con tensioni, guerriglia urbana, vandalismi e feriti.

        MI dici che l’anarchia è altro: forse è “anche” altro. Queste scene non me le sto inventando, accadono realmente.

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  3. E’ il solito grande problema delle definizioni. Finchè dello stesso termine si possono dare due o tre interpretazioni, nessuno capirà mai di che si sta parlando. E’ solo quando una parola è univoca che si può discutere.

    Già sul significato letterale derivato dal greco (cito da WikiPalla per comodità) non cominciamo bene: “L’anarchia (dal greco antico: ἀναρχία, ἀν, senza + ἀρχή, principio o ordine; o ἀν, senza + ἀρχός, sovrano o potere; o ἀν, senza + ἄρχω, comandare)”.

    Tre cose diverse.

    Poi mettiamoci le “scuole di pensiero” e le interpretazioni. Potendo scegliere, mi piace un po’ quella di Proudhon, nella fattispecie per quanto riguarda il non considerare la violenza come opzione. Un po’ meno nella parte che sostituisce possesso e occupazione alla proprietà. E penso che anche l’ odierno anarchico più incazzato, se gli andassero a toccare la proprietà rinnegherebbe Proudhon.

    Per quanto mi riguarda, come ho già detto è e rimane un’ utopia. Bella quanto ti pare, ma un’ utopia. Per abbattere un potere costituito bisogna avere più potere. Non c’è altra via. E il potere non lo conquisti mettendo bombe o sparando alla gente. Soprattutto se il potere costituito che vuoi abbattere ha più bombe e più armi di te. Il potere si conquista con il consenso e con il proselitismo: quando dopo che hai messo una bomba ti applaude una persona su 100 e le altre 99 condannano fermamente il gesto, vuol dire che non sei sulla buona via per ottenere il consenso.

    C’è soluzione ? Secondo me no.

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    1. …il problema grosso, poi, è che pure quando riesci ad ottenere il consenso e di conseguenza il potere bastante per destabilizzare quello esistente, il potere costituito diventi tu. E ricominciamo. Il lato buono è che volendo quella dell’ anarchico è un’ occupazione che non conoscerà mai crisi. Come quella dei cassamortari, tanto per usare un luogo comune…

      Non c’entra una mazza, però qualcuno si ricorda il movimento5stelle che voleva “aprire il parlamento come una scatola di sardine” ? Ecco. All’ acqua di rose e un po’ forzato, ma è un esempio.

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  4. Uno che arriva a pesare 120 chili e poi si mette a dieta non è un anarchico ma un furbetto, che come lui stesso ha detto ” sa bene quando fermarsi”. Nessuna empatia, nessuna compassione. Io sono solidale con l’anziano che per mangiare cerca la verdura tra gli scarti del mercato, ma non certo con questo coglione funzionale al sistema.

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  5. Mia sorella ha passato il suo periodo anarchico, era un’adolescente che si vestiva come Curt Cobain e disegnava grosse A rosse sui muri. Ma dopotutto da bambina voleva diventare un supereroe e combattere il crimine, e già a 8 anni segnò invece la porta della vicina di casa, che detestava (e, ovvio, divenne reciproco). Ora ha perso ogni velleità (che io sappia, o forse conserva il suo sogno di bambina ed ha una doppia vita)

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  6. le parole sono importanti e devono essere alla portata di tutti i cervelli ed è per questo che ho chiamato il mio partito “UNDER 70.000”. Qualora in futuro la torta (o il PIL come lo chiamano loro) dovesse aumentare, allora si potrà passare a 75.000 e così via, invece con le chiacchiere dei caporioni obnubilanti, la torta sta lì, loro se ne staccano enormi fettone e lasciano briciole ai mortidifame

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  7. Utopie e ideologie a me paiono concetti superati. Considero più costruttivo condividere laicamente dei valori, che ogni individuo deve sviluppare e coltivare dentro di se in base alla propria esperienza attiva, mosso dalla curiosità di comprendere e accettare la pluralità di pensiero, senza pensare di essere depositario dell’assoluto. Utopie e ideologie cercano – magari nobilmente – di dare una risposta comune per tutti, ma non fanno per me.

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