La domanda che ci saremmo dovuti porre sugli scontri della Sapienza : Ma chi cazzo va ad ascoltare Capezzone senza essere minacciato di morte ?

Pannella fu il primo interlocutore politico di un partito  all’epoca fuori dall’arco costituzionale: il leader radicale si espresse contro la ghettizzazione dell’Msi e sorprese la platea spiegando a quel popolo che loro sarebbero stato, legittimamente, gli eredi del “fascismo movimento” e non del “fascismo regime”. Eravamo nel 1982 Pannella capo indiscusso dei radicali era stato invitato al congresso missino.

La libertà sta nel lasciare parlare anche chi non la pensa come noi e non proibirgli la parola, quello è fascismo.

Certo poi da qui a manganellare qualcuno c’è ancora della strada. Ma mi pare che quelli che si sono indignatiti per gli studenti che senza motivo protestavano perché Capezzone e Fabio Roscani di Fratelli d’Italia dovevano fare un intervento alla Sapienza, erano gli stessi che applaudivano felici (brutte merde)quando la polizia manganellava quelli che protestavano per il green pass, anche se picchiavano delle persone con le mani alzate e pacifiche.

I ragazzi della sapienza sul merito della questione hanno torto punto e basta. Sulle manganellate non lo so. Le versioni sono discordanti e comunque le ferite in testa potranno mostrarle come medaglie nei loro racconti.

Ma la domanda iniziale è chi può decidere volontariamente senza essere minacciato di morte di andare ad ascoltare Capezzone ?

Capezzone chi é? Nessuno veramente nessuno. Peggio di Di Maio almeno questo il suo momento di gloria lo ha avuto.

Da Segretario dei radicali è diventato portavoce e portaborse di Berlusconi e questo basterebbe per far capire di chi stiamo parlando, di un nessuno come detto. Il nulla politico allo stato puro.

Prendere delle manganellate per nessuno devono fare ancora più male.

9 pensieri riguardo “La domanda che ci saremmo dovuti porre sugli scontri della Sapienza : Ma chi cazzo va ad ascoltare Capezzone senza essere minacciato di morte ?

  1. Esiste da sempre la libertà di destra e quella di sinistra, credevo lo sapessi, da uomo di sinistra.
    La libertà della sinistra si esplica nel fare tutto il casino che vuole nelle piazze e dovunque, facendo a pezzi auto in sosta e vetrine di negozi, o tirando bottiglie molotov ai poliziotti (i quali ovviamente non dovrebbero difendersi, secondo loro); ma se la destra si azzarda a protestare nello stesso modo, si parla subito di violenza fascista. Senza voler fare polemiche: la violenza è violenza e basta, non ha colore né partito. Ogni volta che si reagisce con la violenza per tacitare l’avversario o per protestare, si passa dalla parte del torto.

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  2. 1 democrazia non è far parlare tutti, anche chi sa di mentire.
    2 …e al solito nessuno dice mai, in queste occasioni, che è GRAVISSIMO che la polizia abusi del proprio potere e non segue le leggi dello Stato a cui appartiene, che dunque il concetto di Giustizia è tutta una colossale balla ipocrita, destituita ormai da ogni fondamento. e non si può parlare di democrazia se la polizia fa sempre queste cose ripugnanti (cose, che, faccio notare, accadono in ogni Stato dotato di polizia, non solo qui da noi).
    3 e certo che fascisti, mafiosi, pedofili e corrotti non abbiano diritto di parlare. e poi che mai avrebbero di così importante da dirci, se non menzogne?

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  3. nessuno un par de palle.!
    Er bravo giovine, fin dall’infanzia fu ben guidato e dal parlar forbito, piano piano, senza sudare, si introdusse nella parte giusta e co’ saggezza oggi gode di un bel vitalizio fornito dai contribuenti del faboloso,
    amato,
    generoso,
    variegato,
    patriottico,
    immaginifico
    bobbolo
    tajano

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  4. Premesso che la democrazia delle origini, quelle delle polis greche, spesso era accompagnata dalla violenza. Durante le discussione delle assemblee dei liberi cittadini, si tiravano fuori bastoni e coltelli ed i dissidenti restavano a terra morti o morenti.
    Quanto alle manganellate all’università, fanno parte della storia dei sinistri: quando perdono le elezioni o non riescono a salire al potere travestiti da tecnici, per via giudiziaria o quirinalizia, cercano una manciata di morti nelle piazze, per potersi sedere al tavolo della pace e tornare al governo con la scusa dell’emergenza.

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