Bello è bello e anche unico, ma inquietante lo è sicuramente.
Dolce consorte dopo una breve visita è voluta andare via velocemente sentiva sensazioni negative, soprattutto nella chiesa del paese pesantissima sempre secondo dolce consorte.






Mure attaccate una all’altra in alcuni punti la luce non ci arriva mai, tutto in salita o discesa fate voi.
Per chi soffre di claustrofobia è sconsigliato.
STORIA DELLA MICHETTA
Come tutte le storie più autentiche, non ne esiste mai una sola versione. E come spesso accade, in tutte le versioni c’è qualcosa di vero, in quanto la realtà, in questo caso la Michetta, è più bella se vista da un caleidoscopio.
Non è leggenda che nel 1300 il Marchese Doria, noto per i suoi oltraggi alle donne, aveva istituito lo ius primae noctis, ovvero il diritto del feudatario di giacere la prima notte di nozze con la moglie del suddito o di avere qualcosa in cambio per evitare quest’obbligo. Un giorno il Marchese rapì la bella Lucrezia, una donna di Dolceacqua che aveva deciso di sposarsi in segreto per evitare questo sopruso; la giovane non fece una bella fine, poiché si racconta che pur di non concedersi al Marchese morì di fame prigioniera nel castello. Fu allora che il marito, su tutte le furie, andò a minacciare Doria per costringerlo a eliminare questo diritto e per l’occasione preparò un dolce in onore della sua povera moglie defunta: la Michetta, come allusione al sesso femminile. “Omi, a michetta a damu a chi vuremu nui”, si dice da quel giorno, ovvero “uomini, la michetta la diamo a chi vogliamo noi!” Insomma, la Michetta diventa la dichiarazione di un amore finalmente libero dalle ingiustizie.
Personalmente se fossi stata io gliela avrei data.
Oggi come oggi per avere la prima notte farebbero difficoltà. All’iscrizione al primo anno di superiore forse….

Per chi ama le cose antiche e con una storia assolutamente da visitare.
Se siete come dolce consorte ne potete fare anche a meno.
“Personalmente se fossi stata io gliela avrei data.”
Date e vi sarà dato. Ma attenti a dove lo prendete.
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ehhhh ma tu ….. ma tu stai alludendo molto dottamente allo “ius primae minchiettae” che appunto era in uso fin dal 1300 in Liguria (e tutt’ora in vigore, per quanto se ne sa) 🙂 🙂 🙂
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Io lo trovo meraviglioso
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Anche io come Paola; mi sembra molto affascinante. Magari non per viverci, ma da visitare sicuramente.
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Gli ombrelli stonano un pò col paesaggio, ma dalle foto lo trovo un luogo inquietantemente poetico.
Se posso dire, l’istituzione dello “ius primae noctis” viene narrato anche in altri luoghi, inventato (pare) sempre da conti, marchesi e nobiltà simile.
Che cosa non si faceva per giacere con le donzelle!
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Questo alone di mistero a me affascina assai, 😉. Nel comasco e nel milanese la “Michetta” è un tipo di panino che si farcisce con gli affettati. Ignoravo che fosse anche un dolce.
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quanti archi!
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non sono come D:C:, secondo me Dolceacqua è magnifica
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ma inquietante
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