Articolo quasi serio. La democrazia questa sconosciuta. Stati Uniti e le polemiche sulla sentenza della corte suprema a riguardo dell’aborto.

Con il  ribaltamento della sentenza  che dal 1973 garantiva l’accesso all’aborto a livello federale, conosciuta come “Roe v. Wade”, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha di fatto demandato a ciascuno stato la competenza di decidere su come regolamentare l’interruzione di gravidanza. 

La premesse necessarie sono due : chi mi segue sa il mio disprezzo per gli Stati Uniti e il mito o meglio la più grande balla mai raccontata che sono una grande democrazia. Falsooooooooo non sanno neanche da dove si cominci ad essere democratici, lì esiste un solo DIO il DIODENARO e in nome di quello sono disposti a tutto.

Ora essere anti americano e anti nato che più o meno è la stessa cosa…. non significa essere filo russi, anzi…..Va riconosciuto a i russi però di non affermare che loro sono una grande democrazia e poi fare in nome di questo le peggiori porcate. Loro coerentemente le porcate le fanno e lo dicono apertamente che le fanno nel loro interesse. La Russia non esporta democrazia, solo petrolio e gas.

Sono favorevole all’aborto, sono stato da giovane socialista ( credo che lo rimarrò sempre anche se ormai i socialisti sono scomparsi) e radicale ai tempi del mitico Pannella e non di questi poveri mentecatti rimasti, e ricordo le battaglie per ottenerlo.

Prima del 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza era considerata reato dal codice penale italiano, che lo puniva con la reclusione da due a cinque anni, comminati sia all’esecutore dell’aborto che alla donna stessa.

L’italia in larga maggioranza era favorevole all’aborto

Dopo aver raccolto oltre 700.000 firme, il 15 aprile del 1976 veniva fissato il giorno per la consultazione referendaria, che però non ebbe seguito  perché il presidente Leone fu costretto a sciogliere le Camere per la seconda volta. Intanto, però, la Corte Costituzionale, con la storica sentenza n. 27 del 18 febbraio 1975 aveva consentito il ricorso all’IVG per motivi gravi motivando che non era accettabile porre sullo stesso piano la salute della donna e la salute dell’embrione o del feto.

Ma va ricordato

La Lega Italiana per il Divorzio, il Partito Radicale e il Partito Socialista si unirono agli avversari della DC nella raccolta delle firme per fari sì che si aprisse un dibattito nazionale sul divorzio, ma anche sulle libertà individuali, sulle ingerenze vaticane sulla laicità dello Stato. Tanto i partiti laici – repubblicani, social-democratici e liberali – quanto il PCI guardarono fino all’ultimo momento con enorme scetticismo, se non con vera e propri ostilità, la partecipazione alla raccolta firma a fianco delle parrocchie.

Si votò il 12 e il 13 maggio del 1974. Gli italiani che dissero “no” all’abrogazione della legge sul divorzio furono oltre 19 milioni, pari al 59,1%, superando di gran lunga coloro che votarono ‘sì’, appena oltre i 13 milioni, pari al 40,9%.

Altri tempi…

Cosa succede negli Stati Uniti per quanto mi riguarda non fregherebbe niente, ma pare che ogni loro scoreggia sia di vitale importanza per noi italiani e giornali e telegiornali ci raccontano tutto e dalle reazioni avute in Italia sulla sentenza americana parrebbe che riguardi anche il nostro paese.

Oltre due terzi dei ginecologi

Allo stato attuale dei fatti, un po’ in tutta Italia, ma in alcune regioni in particolar modo, la possibilità di dichiararsi obiettori di coscienza ostacola di fatto il diritto sancito dalla legge di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG). Gli ultimi dati completi forniti dal Ministero della Salute risalgono al 2018 e vedono il 69% di medici attivi in Italia eticamente contrari a questa pratica . Nel frattempo, la situazione è ulteriormente peggiorata. È delle scorse settimane infatti la notizia che nel Molise c’è un solo medico disposto a garantire l’accesso alla Legge 194: si tratta del 69enne Michele Mariano che, essendo l’unico non obiettore di coscienza in tutta la regione, posticipa la pensione per continuare a operare. Oltre al caso molisano, la situazione starebbe diventando critica anche in Sicilia, dove sempre più donne sono costrette a varcare i confini regionali e si torna addirittura a parlare di aborti clandestini.

Bene, a tutti quelli che s’indignano per quei cazzoni americani parliamo e indigniamoci di questa vergogna tipicamente italiana.

In totale nel 2019 sono state notificate 73.207 IVG, confermando il continuo andamento in diminuzione del fenomeno (-4,1% rispetto al 2018) a partire dal 1983. Dal 2014 il numero di IVG è inferiore a 100.000 casi ed è meno di un terzo dei 234.801 casi del 1983, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia. ( moltissime interruzioni va ricordato sono di donne straniere)

Nel 2020 una gravidanza su cinque si è conclusa in aborto negli Stati Uniti. Quasi un milione di aborti. Come capite bene che stiamo parlando d’altro comunque la pensiate.

18 pensieri riguardo “Articolo quasi serio. La democrazia questa sconosciuta. Stati Uniti e le polemiche sulla sentenza della corte suprema a riguardo dell’aborto.

  1. Il libro arbitrio della donna cozza con il libero arbitrio del nascituro.

    Grazie anche all’aborto in tutto il mondo siamo in decrescita costante anno per anno, invecchiando precocemente come popolazione. Specie in Italia.

    Parlare di “libertà a concepire” di questi tempi, o di libertà sessuale, in cui tutti sanno tutto, e il Gender Fluid è la nuova normalità, mi sembra francamente “anacronistico”.
    Attenzione, anticoncezionali, maggiore coinvolgimento e responsabilità soprattutto dei nostri cosiddetti “giovani”.

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  2. Il nodo è questo: se non ci fosse un aborto di Stato non è che l’aborto sparirebbe, ma solo ci sarebbe un aborto clandestino, fatto con i “ferri del macellaio”. Allora quale aborto è meglio che ci sia?

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  3. Nonostante sia stato uno dei primi avvocati ad ottenere una sentenza che riconosceva il “diritto ad abortire”, a Spoleto nel 1996, sono più che dubbioso del modo in cui è stata scritta ed applicata la legge 194. Infatti dell’esperienza di Spoleto, ricordo solo il lauto pranzo dopo l’udienza.
    L’obiezione di coscenza dei medici è un serio problema, ma la colpa è del legislatore. La legge che regola l’accesso alla professione medica prevede che il neomedico, superato l’esame di stato, pronunci il giuramento di Ippocrate; ossia giuri -tra l’altro- “di non praticare aborti”. A questo punto chi è l’obiettore di coscienza: il medico che pratica aborti o quello che non li pratica?
    Poi i discorsi sarebbero molteplici. Tipo: 1) i politicanti che non attuano le misure in favore della maternità per blandire i sinistri e, quindi, aumentano il numero degli aborti; 2) i medici che si dichiarno obiettori per sfuggire ai turni in ospedale; 3) La disinformazione sul diritto di disconoscimento alla nascita e la possibilità di rendere adottabile il neonato; 4) la persistenza in Italia di norme sui diritti dei nascituri.
    Infine la corte federale USA si pronuncia sulla costituzione degli Stati Uniti d’ America, che tra testo base e vari emendamenti, non ha mai previsto il diritto ad abortire.
    La democrazia entra in gioco nei singoli stati federali: se gli elettori hanno votato dei govenatori contrari all’aborto, in quegli stati il divieto di aborto è espressione di democrazia.

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  4. In Italia l’aborto è garantito soltanto sulla carta, vai a tovarlo un medico che lo pratica! Dovrebbe essere vietata per legge, ai medici, l’obiezione di coscienza. Almeno da loro si deve pretendere un po’ di sano e logico pensiero scientifico.

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  5. C’entra e non c’entra, ma io rimango dell’ opinione che qui in Italia perdiamo troppo tempo a chiacchierare dei cazzi degli altri come se fossero i nostri. E questo ci distrae (di proposito) dal pensare fattivamente a come stiamo messi noi.

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  6. Che aggiungere? Siamo un paese cattolico e questo pesa come un macigno nella nostra storia. Come giustamente ha detto Letta “…se sei contro l’aborto, non abortire, ma lascia in pace gli altri …”. In ogni caso, oggi, non solo l’aborto, ma tutta la salute si deve pagare

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