Suocera voleva che uccidessi un biscia a sangue freddo.(battuta, per favore ridete)

Ieri suocera mi dice che di mattina era stata assalita da una biscia dal pollaio e che dovevo andare dal pollaio e ucciderla.

Ora le bisce lo sanno tutti non fanno male a nessuno e non sono neanche velenose, la loro unica colpa è di essere dei serpenti, un po’ come i russi oggi, anche se sei una bravissima persona sei discriminato.

In realtà era stata suocera che aveva provata a prenderla a scopate la povera biscia che stava inerme sopra al pollaio a prendersi il sole.

” Si mangia le uova e spaventa le galline ” ha detto suocera vista la mia titubanza nell’intervenire, sa che per le galline andrò subito in loro difesa.

Ora tolto le zanzare e mosche, ma quella è legittima difesa e le formiche se entrano in casa normalmente non uccido animali, normalmente vivo e lascio vivere Certo qualche topo è stato avvelenato, ma la colpa era sempre da considerare loro, erano entrati in casa e dolce consorte ne ha il terrore.

Quindi mi sono avvicinato al pallaio con la zappa , si sa mai che la biscia attaccasse anche me dopo suocera, mi accompagnava Nontirare ” ti difendo io ” mi aveva appena detto per rassicurami.

Arrivati dal pollaio nessuna traccia della biscia, chiesto ad Alcatraz (gallina)” visto qualche biscia?”e’andata via dopo che suocera l’ha presa a bastonate ” mi ha risposto “speriamo che non venga più, ci vorrebbe un cane per serpenti che li tenga lontano ” ha finito di dire ” Non è che posso fare tutto io” ha risposto Nontirare risentita andandosene. ” Ora anche i serpenti devo stare attenta” ha borbottato mentre si allontanava.

Cane da serpenti

Alla signorina qui sopra gli piace il serpente lungo e grosso.

17 pensieri riguardo “Suocera voleva che uccidessi un biscia a sangue freddo.(battuta, per favore ridete)

  1. Premetto che sono passate due settimane e ancora mi sento una merda (non nel senso che mi sento male, proprio che credo di essere una merda), perchè ciò che è avvenuto è frutto della più becera ignoranza umana e che uno che fa il “bucolico” come me certe cose non dovrebbe proprio concepirle.
    Se si vive in campagna bisogna saper distinguere una biscia da una vipera.
    A mia parziale quanto insufficiente scusante c’è da dire che dove sto io esistono sia bisce che vipere.

    I fatti: una domenica pomeriggio sul tardi, la Signora in giro per i fatti suoi, io solo a casa col Cane scemo. Giornata passata in buona parte sul tetto per sostituire la parabola del satellite che era marcia. Finito il lavoro, sole un po’ calato, mi metto a giocare un po’ con il Cane scemo. Tira la palla, porta la palla, cose così. Ad un certo punto la palla finisce sotto una delle mie maestose siepi di viburno, il Cane scemo corre a stanarla e fa un salto all’ indietro impressionante. una cosa mai vista. Poi si riavvicina un po’ e continua a puntare sotto il cespuglio a distanza di sicurezza.

    Incuriosito vado a vedere e ti trovo questo cacchio di rettile tutto arrotolato con la testa alzata (probabilmente solo spaventato, ma l’aria era aggressiva) che sibila e resta lì. Non scappava nemmeno quando mi sono avvicinato.

    Nell’ ignoranza ho pensato al peggio, quindi ha prevalso la prudenza. Acchiappo Cane scemo e lo sbatto dentro casa, vado al capanno e prendo la zappa, torno al cespuglio sperando che se ne sia andata. Invece è ancora lì, sempre a testa alta, linguetta di fuori. L’ idea era quella di farla scappare attraverso la rete nel terreno confinante (da un po’ semiabbandonato) dal quale certamente era venuta, quindi comincio a battere uno, due colpi di zappa sempre più vicini e quella scema non solo non retrocede, ma fa pure per scattare verso di me. A quel punto allungo e le dò una botta col manico. Quella invece di ripiegare sceglie l’ elevazione e striscia velocissima lungo uno dei tronchi della siepe (che in quanto maestosa è alta quasi quattro metri).

    Il pensiero che sarebbe rimasta lì mi ha fatto scattare la paranoia. Ho iniziato una caccia durata venti minuti
    (arrampicandomi pure con la scala) menando colpi di bastone fra i rami della siepe nel tentativo di farla uscire allo scoperto. Alla fine ha fatto l’errore di spostarsi su un vicino alberello di ulivo ornamentale (che nelle intenzioni di chi me lo vendette doveva essere “nano” invece fa 4 metri e passa pure lui). Errore grave, perchè lì era perfettamente visibile. Alta, ma visibile.

    E ancora non riuscivo a capire che cazzo di bestia fosse. Giuro che mi sono messo al volo a cercare col telefono foto di vipere, bisce, differenze fra le due (e intanto quella cretina restava lì) ma si sa, in rete c’è tutto ed il contrario di tutto, alla fine ero più confuso e ignorante di prima.

    Lì è scattato l’irreversibile.

    Armi da fuoco meglio non usarne (non sono abbastanza isolato da poter sparacchiare in giro a piacimento senza generare allarmi), ma comunque, come accade in ogni “cassetta degli attrezzi che si rispetti”, c’è sempre lo strumento adatto ad ogni lavoro. Carabina ad aria compressa, a quattro metri più che precisa e micidiale. Un solo pallino, dritto in testa. Secca sul colpo. Era la prima volta in assoluto che sparavo ad un animale e la cosa non mi ha fatto piacere. Altro è stato poi tirarla giù da lì e disfarmi del cadavere prima che la casa si ripopolasse. Ho dovuto usare il bastone telescopico con la cesoia in cima che uso per potare i rametti alti.
    Da che era stecchita ho potuto osservarla con attenzione e con la dovuta calma, e porca vacca era proprio una biscia (mi pare li chiamino “saettoni” o “frustoni”).

    Non sono per niente contento, ne’ orgoglioso, ne’ niente. Solo una sensazione di merdaggine, magari voleva pure fare amicizia, era per quello che non scappava…

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  2. Secondo un proverbio indiano, L’uomo che incontra un serpente velenoso e non lo uccide è uno stolto.
    Non possiamo essere tutti erpetologi.
    Comunque, per molti animali, l’immobilismo è una tattica difensiva. Il predatore si chiederebbe: se non scappa non ha paura.Se non ha paura sa di potermi fare male. Magari se ne riparla un altro giorno.
    Sul punto i gatti sono fenomenali. Ricordo una volta, mentre portavo a spasso il “mio” (della coniuge) border collie dell’epoca, incontrammo un gatto tranquillamente posizionato sotto il muso di una macchina ed il bordo del marciapiede.
    Il cagnaccio cominciò ad abbaiare ed a tirare puntando le zanne verso il felino. Il gatto, un bell’esemplare grigio a pelo lungo, restò immobile a fissare con accondinscendenza il canide. Poi, con movimento repentino tracciò con gli artigli della zampa sinistra una X sanguinolenta sul tartufo del cane, tenendo ferma la posizione. Il cagnaccio cominciò ad uggiolare e comincò a tirare in direzione opposta.
    La coniuge usò un’intera confezione di fazzolettini per tamponare il sangue che usciva dal naso del cane.
    Io feci l’innocentino: “è spuntato un gatto lo ha aggredito. Poverino”. Goduto alla grande.

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    1. Mai rompere le palle ai gatti. I gatti non scherzano, sanno come fare male. O lo uccidi o lasci perdere. E dato che non esiste al mondo un motivo per uccidere un gatto (a parte per mangiarlo, ma devi essere seriamente affamato), la via elettiva è lasciarli in pace. Prima o poi avrò di nuovo la compagnia di un gatto, non vedo l’ora. Avrei potuto avere anche quella di una biscia, porca vacca.

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      1. Se vuoi mangiare un gatto, lo devi frollare a dovere.
        Secondo la ricetta vicentina, occorre spellarlo e tenerlo soto la neve una settimana, prima di farlo a pezzi e metterlo in padella con abbondante vino bianco (tanto in veneto con il bianco ci sturano pure le fogne,).
        Mio zio veronese, rappresentante di commercio di articoli per panificazione per tutto il veneto, mi ha più volte riferito di avere mangiato numerosi conigli alla cacciattoria sospettosamente rosati. Comunque squisiti
        Forse scherzava. Forse no.
        In casa nostra, lato materno, siamo tutti gattari. Mia nonna, a distanza di anni piangeva ancora il gatto Spinaro, finito sotto un trattore durante la trebiattura.
        In casa di riposo, al Chievo, passava i pomeriggi a nutrire i gatti che stazionavano nei parco della clinica. Si metteva parte del pranzo in tasca e poi lo dava ai gatti. Gli inservienti lo sapevano, ma la lasciavano fare.
        Due giorni fa, tanto per dire ho speso 450 euri per far fare una biopisia alla gatta di casa. Alla faccia di chi scappa dalla guerra (e poi sc##a chi la accoglie).

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