Voi donne avete il privilegio di fare i figli e vi lamentate che non vi assumono al lavoro non siete mai contente. Delirio (lavoro) ha scelto un sistema intermedio, le donne solo a tempo determinato.

Ieri l’ennesima ragazza in lacrime, era convinta che gli sarebbe stato rinnovato il contratto, Scricciolo è andata via, si va verso più lavoro quindi tutto faceva supporre il rinnovo….

Invece è stato rinnovato a due maschietti… ora la ragazza era molto più brava di entrambi, ma il merito non c’entra più.

Da noi al delirio assumono molte donne tutte a contratto determinato e finiti i vari contratti vengono lasciate a casa.

L’ultima assunzione a tempo indeterminato di una donna risale ( ieri abbiamo fatto una ricerca) a qualcosa come dieci anni fa. Mentre dei maschietti, uno ieri ( se la meritava tutta l’assunzione era tre anni che era in ballo )

Le donne giovani e non solo rimangono incinte diciamoci la verità.

Al delirio due neo mamme sono tornate dopo due anni tra gravidanza e svezzamento, una finito il tirocinio le è stato già detto che rimarrà a casa, se la sono legata al dito che un mese dopo averle fatto il contratto la ragazza abbia deciso di fare un figlio. L’altra è alla seconda maternità ed è l’ultima donna assunta a tempo indeterminato praticamente in 10 anni 4 anni sono stati di maternità.

Ora una grande azienda se pur delirante come la mai regge il colpo, ma dove ci sono poche persone e specializzate è un grosso problema se non dire enorme.

Dolce consorte ha avuto un’impiegata che ha fatto tre figli, al di là della difficoltà di sostituirla, non è che prendi una e la metti lì e va…. la devi formare, insegnargli e ci vuole tempo e non tutte sono capaci…. .Inoltre quando l’impiegata è tornata un giorno si e un giorno anche era a casa per via dei bambini….

Alla fine la stessa impiegata ha scelto di restare a casa, non proprio vero, aveva trovato un lavoro meno impegnativo.

La maternità è una cosa importante, ma se uno si mette dalla parte dell’azienda e non paliamo di lavori generici dove è facile la sostituzione, ma di lavori dove ci sono voluti anni a formare una persona e soprattutto e se la ditta è piccolina la maternità diventa un grosso problema.Questa è la verità e da qui bisogna incominciare a ragionare.

Al delirio non esistono donne al comando i quadri sono tutti uomini e questa la dice lunga. Uno più pirla dell’altro ma al comando.

16 pensieri riguardo “Voi donne avete il privilegio di fare i figli e vi lamentate che non vi assumono al lavoro non siete mai contente. Delirio (lavoro) ha scelto un sistema intermedio, le donne solo a tempo determinato.

  1. Per prima cosa si potrebbe allargare la maternità pure ai padri, in maniera che (a parte le cose ovvie, per cui sono insostituibili come madri) non ricada totalmente sulle spalle delle donne (come avviene in molti altri paesi civilissimi senza problemi).

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    1. In Svezia è così: L’indennità parentale è pagata per 480 giorni per un figlio da dividere tra i due genitori. Per 390 giorni, l’indennità si basa sul reddito che hai (giorni a livello di indennità di malattia). Per gli altri 90 giorni, la compensazione è di 180 SEK (circa 18€ ) al giorno.

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  2. Già solo diventare mamma è un lavoro che ti tiene impegnata più del lavoro stesso… peccato che sia un lavoro non retribuito 😅 perché non riconosciuto.
    Quando una donna è assunta, tra le prime domande c’è sempre “ha intenzione di mettere su famiglia?”…e se dice sì rischia di essere cacciata… ma all’uomo nom domandano mai una cosa simile…

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  3. Purtroppo il lavoro non nobilita l’uomo, né tanto meno la donna. Il lavoro oggi è assorbente, totalizzante, lascia poco o nulla alla tua vita privata. E se hai famiglia, molto spesso si pone alternativo al tuo stare vicino ai tuoi cari. Perché moltissimi non ce l’hanno o lo hanno perduto e allora lo devi vivere comunque come una benedizione. Anche se il più delle volte è la tua maledizione.

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  4. Per una vera eguaglianza sul lavoro, si dovrebbe: avere maternità/paternita da dividere tra i due genitori; donne e uomini in pensione alla stessa età. Fino a quando ci saranno queste disuguaglianze, perché un datore di lavoro dovrebbe investire su una donna?

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  5. Ho un problema con questa cosa.
    E’ uno di quegli argomenti che rischiano di farmi apparire antipatico, impopolare e stronzo.

    Ma io sono talvolta antipatico, impopolare e stronzo, quindi non mi peserà più di tanto scrivere ciò che sto per scrivere.

    Una cosa è il “lavoro”, altra è il “posto di lavoro”. La nostra formazione mentale (sociale, politica, culturale) fa sì che confondiamo queste due cose, ma la verità oggettiva non è questa. Usarli come sinonimi crea molti problemi fra i quali quello dell’ articolo.

    Ci sono donne e uomini che tirano su una famiglia (piccola o grande che sia) e contemporaneamente “lavorano”.

    Ci sono poi donne e uomini che ottengono un “posto di lavoro” e poi fanno tutto il possibile per starci il minimo indispensabile con la scusa che devono tirare su una famiglia (e questa è solo una delle scuse, mettici le malattie, l’ invalido in famiglia, la 194, le aspettative, gli accidenti, gli incidenti).

    Poi, a monte di tutto ciò, ci sono persone che ragionano con onestà, coerenza e responsabilità (e quelle non hanno problemi ne’ col “lavoro” ne’ col “posto di lavoro”), poi ci sono persone che pensano solo a mettere il culo al caldo e fregarsene del resto. A partire – tanto per fare un esempio – dai nostri parlamentari in giù.

    Da ultimo, per me vale sempre il principio che nulla è gratis e nulla è dovuto. Se lavori, ottieni la giusta contropartita, se stai a casa no. Che c’è di così strano in tutto questo ?

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  6. …aggiungo poi mi taccio: ci piace tanto fare meraviglie dei bei “tempi andati”, dell’ Italia lavoratrice contadina e operaia, di quanto erano felici i nostri nonnini e di come si stava meglio quando si stava peggio, e poi ?

    Cosa andiamo a rivangare, con tanta nostalgia ed ammirazione se poi non siamo capaci di “reggere la botta” nemmeno un decimo di quello che facevano loro ?

    I miei nonni paterni hanno cresciuto, campato e mandato a scuola SEI figli (qualcuno pure all’ università): mio nonno faceva tre lavori (uno dei quali consisteva nel cuocere mattoni in una fornace) e mia nonna quando le rimaneva tempo faceva la sarta cucendo, rammendando e ricamando conto terzi per poche lire, che però servivano tutte. E vi assicuro che nessuno dei sei figli in questione, nemmeno i pochi che poi si sono guadagnati il “posto fisso” ha mai ragionato in termini di “minimo sindacale”.

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  7. è già er minimo sindacale, è troppo facile predicà dai pulpiti senza mai indicare la giusta soluzione.
    e poi l’impiecati pubblici sur gobbo dei contribuenti, quanno una donna va in maternità puterebbe esse assunta dallo stato e passà puro essa sur gobbo der contribuente

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  8. …e poi la giusta direzione è semplice: “pala e picco”, “riccoji li chiodi e addrizzeli cor martello”, “tirete sti 150 metri de cavo nella canala” e vai così. Se non ti va, fai domanda per il reddito di cittadinanza e campa felice almeno stai fuori dalle palle. 😀

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