Nella compostiera ha messo su casa una famiglia di topolini.

Ieri dovevo cominciare il terreno, lo stavo arando, e visto che cerco di essere il più biologico possible, ho usato il compost da me prodotto.

Nella compostiera ha messo su casa una famiglia di topolini. Speravo che nella foto si vedessero…erano due che mi guardavano preoccupati.Sono a metà ma obbiettivamente non si riesce a vederli nella foto.Hanno scavato varie gallerie nella compostiera dove possono muoversi e scappare.

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Erano simili a questi

Dolce consorte voleva la loro dipartita, a me hanno fatto simpatia, e finché stanno fuori di casa…

Guardacomeseigrasso (gatto) dice che ci pensa lui, infatti ultimamente lo vedevo spesso da quelle parti, fermo vicino alla compostiera pronto all’agguato.

Comunque con la pala ho preso metà del contenuto della compostiera i topini si erano rintanati nel fondo al sicuro, ed io ho evitato di andare fino in fondo, lascerò fare a Guardacomeseigrasso almeno fa un po’ di movimento.

La verità che mi dispiaceva ucciderli.

Al delirio (lavoro) in un certo periodo eravamo invasi, erano pantegane grosse come gatti, ricordo un collega meno gentile d’animo del mio, che presi quelli che rimanevano intrappolati nella colla, provava un certo piacere a bruciarli vivi.. Mentre gli dava fuoco l’insultava più o meno come fanno oggi i vaccinati con i non vaccinati…. Sento ancora le loro urla disperate. Io non ne sarei mai stato capace. Sparargli, o dargli una bastonata si. Una bastonata, quella che stavo per dare stamattina a un triplo vaccinato che si stava facendo il tampone per andare all’estero. L’ennesimo coglione. Domani racconto.

Per lasciarvi con un sorriso

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28 pensieri riguardo “Nella compostiera ha messo su casa una famiglia di topolini.

  1. I topini sono adorabili, le pantegane un po’ meno… Ma bruciarle vive, come si fa? Lo sai che la crudeltà gratuita verso gli animali è una delle caratteristiche dei serial killer? Meglio che stai alla larga da quel tuo collega perché cmq non è una bella persona.

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      1. indipendentemente da cosa sia successo e a cosa succeda a noi tutti i giorni penso che alla fine sia utile imparare a staccarci un po’ da queste cose, pur senza diventare indifferenti. Non perché l’argomento sia banale o sia sbagliato impegnarsi, ma a furia di osservare e fissarci su una cosa (qualunque sia x noi) gli diamo importanza e potere. Se guardi a lungo l’abisso, l’abisso guarda te.

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  2. Il sorriso è riuscito con il topino con il casco! ahah
    Madonna che sadico il tuo collega, e il paragone con certi vaccinati ci sta tutto.
    Mesi fa, anche io assistetti ad un episodio topesco in periferia: un topo di grandi dimensioni correva per la strada e per poco non si infilò dal fruttivendolo… se non che il fruttivendolo prese una scopa e, dopo un breve inseguimento, come nei cartoni animati, alla fine lo prese in testa…

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  3. Anche la mia compostiera è tipo un condominio di topini. Tendo a lasciarli in pace, tanto sta nell’ angolo più lontano e se trovano da mangiare lì almeno non si avventurano fino a casa. Comunque intorno è campagna, quindi è pieno, sarebbe una guerra persa. Altro fu mentre bonificavo la zona durante la costruzione di casa: all’ epoca avevano appena sgomberato un campo rom dall’ altra parte della ferrovia, ed era un’ invasione. E non di topini di campagna ma di “sorche” di fogna veramente ostili. Parliamo di decine ogni giorno, finchè non capirono (perchè sono intelligenti ed hanno memoria) che il luogo era off-limits. Nonostante io aborrisca la violenza sugli animali, confesso che pur lasciando il grosso del lavoro sporco alla squadra di operai, un paio (solo due) mi trovai a farli secchi. Ahimè, ebbene si. Uno con una palata e non fu bello. Uno con una pistolettata e fu molto peggio (segue motivo per cui sparare ai topi NON è una buona idea): il proiettile, (.38 special blindato) colpì l’ animaletto con precisione chirurgica e credo non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di essere passato a miglior vita. Il problema è che (come tutti i proiettili blindati) invece di terminare la sua corsa nel terreno rimbalzò su un qualcosa di rigido che affiorava (credo un sasso, era pieno di sassi) e ripartì angolato centrando pieno il finestrino della mia macchina piantandosi – e fortunatamente fermandosi – nel poggiatesta lato passeggero. Risultato, per far secco un topo, 0,40 euro di costo cartuccia + 85,00 Euro costo del vetro (sostituito da me se no c’era pure la manodopera) + un’ ora di aspirapolvere e scopetta per eliminare i cocci + il disagio di dover spiegare a chiunque se ne accorgesse perchè avevo un foro di proiettile nel poggiatesta della macchina. Ero da solo, ovviamente, se ci fosse stata altra gente non avrei mai sparato, perchè comunque sono conscio della questione del rimbalzo. E questa è una cosa che aprirebbe un altro tema (“perchè le armi corte non sono adatte alla difesa abitativa”) ma andremmo off-topic. Restiamo sul TOPic. 😉

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  4. notiziola per te: I.S.S. ha autorizzato la commercializzazione del BONAVAX, si tratta di due dosi vaccinali da fare a distanza di un mese, dovrebbero aumentare la bontà d’animo fino a 83 volte quella dei non vaccinati 🙂 🙂 🙂 e viene riconosciuto anche come trattamento per poter andare all’estero 💉💉💉💉💉💉

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  5. Ben 4 ricordi emersi grazie al tuo post:
    Uno) I miei genitori, nella compostiera in giardino, trovarono un nido di api. A mia mamma venne un mezzo infarto perché, causa allergia, è terrorizzata da tutto quello che vola e può pungerla. Mio padre, più pratico e non allergico, chiamò l’apicoltore, che si venne a prendere le api e lasciò lì brandelli di nido.

    Due) Scuola media. Il mio compagno di banco catturava gli insetti (mosche, formiche, ragni), li metteva dentro il bianchetto (quello con il pennellino), chiudeva bene, agitava e intanto urlava: “La morte biancaaaaaaa”.

    Tre) Eravamo in Puglia, in agosto, direi anno 2006 (o 2007). C’era una vera invasione di cavallette. Passando a piedi, sui marciapiedi e per la strada, era impossibile non calpestarle e sentivi il “crac” delle corazze esterne. Un ragazzo della mia compagnia di amici le catturava e staccava le zampe, una alla volta, con lento sadismo…

    Quattro) Mia cugina, da bambine, bruciava le formiche con la lente di ingrandimento che la mia bisnonna teneva in cucina e staccava la coda alle lucertole. “Tanto – diceva – poi ricresce”.

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      1. Li condivido sempre volentieri. 🙂
        E buona giornata anche te. Sono curiosa di leggere le tue prossime cronache familiari… e il Natale è dietro l’angolo, quindi avrai tanto, tanto materiale da… donarci! 😉

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