Cognato io io io dopo l’uccisione di due delle sue galline da parte dell’idiota del suo cane, dopo un processo sommario e punizione del cane davanti alle galline, con minaccia di morte se ne tocca un’altra, ha cominciato a lasciarle di nuovo libere.
Io non mi fido e le libero solo quando i cani sono al di là del cancello.
Ma non è dei cani che voglio raccontare ma dell’atteggiamento delle galline, lasciate a se stesse senza il nostro intervento.
Le galline libere si possono incontrare.
Ora io pensavo che avrebbero fatto amicizia, che dopo qualche giorno di studio avrebbero cominciato ad interagire. Invece è successo che ogni gruppo ha delimitato un suo territorio, e nessuno dei due gruppi invade l’altro.
Certo non c’è una linea tracciata o un recinto, ma proprio per questo la cosa mi sembra ancora più incredibile.
Ogni gruppo rispetta questa linea immaginaria.
Tra i due gruppi non c’è nessuna ostilità, ma neanche atteggiamenti di amicizia.
Ora le galline non sono uomini e questo è buono , così non si possono sparare per avere più terreno dove stare.
Ma mi domandavo come di questo atteggiamento?
Ora ricordo che da bambini, noi eravamo una generazione che si usciva senza genitori, più o meno succedeva la stessa cosa.
Se non fosse stato per la scuola che ci obbligava a incontraci ogni gruppo sarebbe stato nel suo spazio senza invadere quello dell’altro.
Ma anche da ragazzi le cose non sarebbero cambiate molto. In un paese fatto in lungo c’erano tre zone ben delimitate. Zona nuova, la mia tutti immigrati da altre regioni. Zona centro, una via di mezzo tra locali e nuovi, il borgo dove abitavano quelli del posto.
Minchia non si ci sopportava. Ma facevamo come le galline ognuno stava nella propria zona.
Ora i parlo di un paese piccolo con un migliaio di residenti dove alla fine si conosceva tutti.
L’integrazione mi sa che è una cosa più complicata di quanto ci vogliano far credere.
Ci vuole la buona volontà da entrambe le parti e di certo non può essere un obbligo.
La natura umana mi sa che non è portata per l’integrazione soprattutto se ne arrivano a migliaia.
Lo dico da figlio di meridionali, ai miei tempi molte case non si affittavano ai meridionali, perché eravamo brutti, sporchi, il sapone ce lo mingevamo perché non sapevamo cosa fosse, secondo alcuni dementi del posto, ed eravamo tutti delinquenti. Sono passati oltre 60 anni è nulla è cambiato, solo che i brutti, i cattivi e i delinquenti sono gli immigrati che arrivano adesso.
Io lo dico sempre: non siamo che animali. Abbiamo qualche secolo di civilizzazione ma essenzialnente rimaniamo animali. Come gli animali abbiamo dinamiche di socialità legate al territorio ed affinità elettive. Conosco anch’io quei tempi in cui noi terroni si era gli invasori.
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In fondo cosa c’è di male nella non integrazione? Perché ci si dovrebbe necessariamente integrare. Voi da ragazzi stavate bene così, e le tue galline pure. Stanno nel loro territorio e implicitamente avvertono le altre si fare lo stesso. Non ci vedo niente di sbagliato.
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Grandissima.
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Bravo, hai capito nonostante i miei refusi…
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Il fatto è che quando si compete per le stesse risorse è normale essere territoriali. Anzi, per assurdo se le tue galline non difendessero il loro territorio le galline estranee le disprezzerebbero, e tra loro non ci sarebbe più pace.
🤔
L’unica integrazione positiva è quella che hai fatto tu quando hai inserito alcune nuove galline nel pollaio. Un numero limitato, con adeguate risorse, che in breve tempo si è perfettamente integrato.
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Per le galline, come per gli umani, conta come sono state abituate da giovani. Insomma è la Società che porta a essere così, non propriamente la natura intrinseca di un essere vivente.
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Secondo me è tutta una questione di spazio e di pressione sociale. Ogni individuo (ma per estensione ogni nucleo sociale, dalla coppia alla famiglia al gruppo e così via) per quanto “sociale” ha bisogno di uno spazio privato, più o meno “fisico”, dove non sia concesso a nessuno di inserirsi. L’integrazione avviene con successo quando è l’individuo (o il gruppo) a consentire l’accesso ad altri nel suo spazio. Quando l’accesso avviene in maniera “forzata”, senza quindi il consenso di chi già occupa lo spazio in questione cominciano i cazzi e l’integrazione va a farsi benedire: se funziona è solo fortuna ma in genere non funziona.
Le galline non si attaccano perchè evidentemente hanno abbastanza spazio e c’è abbastanza da mangiare per tutte, ma se le costringessi a dividere un pollaio appena sufficiente al primo gruppo e non aumentassi la quantità di granaglie probabilmente si scorderebbero la loro natura di esseri miti e remissivi e si spennerebbero a vicenda.
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🎀 Condivido gran parte del tuo pensiero ~ Anche secondo me l’integrazione e’ una teoria strumentale a intenti che non hanno nulla a che vedere con i valori umani ~ E’ giusto che ciascuno ami e voglia custodire gli elementi culturali della propria origine ~ Le guerre ed il colonialismo hanno sbrindellato il mondo, ed hanno frullato i popoli, inneggiando ad un Dio o ad una bandiera-paravento ~ In realta’ esistono le scelte di frequentazione, le scelte di direzione ~ E’ vero che tra i delinquanti non si dovrebbe discrimanare se non in base al reato ~ Ma, diciamo la verita’ qui in Italia, come in tutti i paesi esisteva ed esiste, una percentuale di delinquenza spicciola, quotidiana, ad oggi l’Italia e’ schiacciata e sporcata (in tutti i significati), dal sovraccarico delle “mancate integrazioni”, e da intrusioni islamiche, musulmane, di stampo notoriamente totalitario ~ Nessuno degli “ospiti”, con cittadinanza o senza, palesemente, intende integrarsi ~ Parliamo piuttosto di manipolazioni socio-politiche che imperversano da tempo con presentazioni di melenso ed ipocrita buonismo.
Buon pomeriggio All!
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Aggiungo un “corollario”: l’integrazione non può essere forzata. E’ un processo naturale e deve seguire i suoi tempi ed i suoi modi, altrimenti diventa un tentativo di sopraffazione e di conquista e di solito queste cose vanno a finire male.
Se la vogliamo buttare (certo che ce la vogliamo buttare 😉 ) sull’immigrazione, secondo me la prima domanda da fare è la seguente: “Ci sei venuto o ti ci hanno mandato?“
Perchè è da lì che si dipana il tutto. Se ci sei venuto (anche per necessità, ma di tua spontanea volontà) farai di tutto per integrarti, perchè è nel tuo interesse ed è una cosa su cui hai puntato tutto quello che avevi. Se invece ti ci hanno mandato (o meglio, addirittura, ti ci hanno portato), allora il discorso cambia: te ne freghi di integrarti, non è quello che vuoi. Come ti hanno mandato qui, dovesse andar male, sai che ti manderanno da un’altra parte e allora non hai niente da perdere. Cerchi solo di rimanere quello che sei, circondandoti di altri come te e vedendo gli altri come nemici.
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Io sto bene per i fatti miei. Sono nella situazione di quello che dovrebbe integrarsi ma vedo che anche una pacifica non integrazione che non disturba o crea problemi è bene accetta. L’importante è seguire le regole del posto.
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Sperimentiamo:
togli la mangiatoia alle tue e vediamo se riescono a conquistare quella di tuo cognato
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però, in gamba le vostre galline ! sapevo che erano un popolo ingiustamente sottostimato da molti umani (probabilmente quelli che non le conoscono personalmente) ma si comportano saggiamente in modo naturale…
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è così, eppure se ben gestita sarebbe la soluzione. Come sono oggi i “meridionali”
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Razzisti
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In pratica siamo messi che abbiamo da imparare persino dalle galline ….
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