Battuta del giorno Victor Borge

Victor Borge Musicista (pianista) comico. (scoperto grazie a Gino e Michele)

L’unica cosa utile che Chopen ha scritto è il valzer di un minuto. Ogni mattina prima di colazione spingo il mio piano in cucina, suono il valzer tre volte, e le mie uova sono cotte.

La differenza tra un violino e una viola è che la viola brucia più a lungo.

La risata è la distanza più breve tra due persone.

26 pensieri riguardo “Battuta del giorno Victor Borge

      1. ahahahah che esagerato! Io uso quasi esclusivamente il pc anche se il mio cellulare è più moderno anche perché mi serve anche per il lavoro, perché ho iniziato dal mese scorso il telelavoro, quindi un giorno alla settimana lavoro da casa.
        Detto questo, ho compiuto 60 anni la settimana scorsa quindi non è che sia molto più giovane di te penso!
        A parte questo con me puoi stare tranquillo perché sono molto diretta (cosa che a volte non piace) quindi se ho qualche dubbio o c’è qualcosa che non mi piace te lo dirò subito!

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      2. In realtà sei più anziana, ma da come sto capendo la questione è molto relativa, io ho festeggiato l’ultimo compleanno a trent’anni, poi stop divieto assoluto, solo mia figlia da piccola poteva farmi gli auguri.
        La mia è una scelta, il telefono mi serve solo per telefonare e per ricevere telefonate e messaggi, e spesso non rispondo nemmeno subito.
        Picchia duro senza problemi.

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      3. E sì, c’è davvero da picchiare duro! Ma dico sei matto???? Non hai nemmeno 60 anni e dici che sei anziano? (Ti perdono per avermi dato dell’anziana solo per questo!) Ma cosa ti prende? Hai già tirato i remi in barca preparandoti per la fossa???? Ma dai su animo, non posso dirti più di tanto perché non ti conosco e quindi sarebbero tutte parole inutili perché non conosco la tua vita e le tue eventuali problematiche, ma una sola cosa posso dirti: In qualsiasi caso devi viverti la vita giorno per giorno, ogni età ha i suoi aspetti positivi, certo magari c’è qualche acciacco in più, ma quello che conta è lo spirito con cui si affronta! Non ti puoi rassegnare al tempo che passa, ma scherziamo?

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      4. Dopo i 60 si è anziani.
        Ho una vita anche troppo attiva, fino a qualche mese fa correvo, bici, e nuoto in mare, poi ho fatto un casino non mi sono fermato ai primi dolori è la corsa sportiva ormai è meglio che la lasci stare.
        Tutte le mattine camminata col cane, un ora, lavoro, poi orto e giardino.
        Essere anziani non è una malattia, ma una condizione di cui prendere atto, odio gli anziani che fanno i ragazzini, e fanno la corte alle ragazzine tanto per capirci.
        Il tempo passa e bisogna prenderne atto, questo non vuol dire che l’anzianità debba essere un periodo necessariamente buio e triste, certamente diverso dalla gioventù.
        Il mio prossimo obbiettivo appena posso e fare l’eremita e diventare profondamente saggio.

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      5. Allora, a 60 anni non si è anziani altrimenti ci farebbero andare in pensione (magari!!!). Per il resto concordo, occorre vivere l’età che si ha, ma questo si può fare anche con un po’ di spirito non credi? A me ad esempio piace mettermi alla prova, come ho fatto ad esempio con il Telelavoro, e devo dire che mi trovo benissimo, perché senza la scocciatura dei colleghi e del telefono che ti interrompe il lavoro procede via più spedito e riesce molto meglio! Ma questo anche per altre cose, ad esempio quando vedo in TV o su internet qualcosa che mi piace, o di cucina, o altri lavoretti manuali, provo a rifarli. Non trovo questa “condizione” così pesante in fondo, forse perché pesante lo sono sempre stata (è una battuta).
        Ho 60 annoi e ne sono ben consapevole, mia figlia ne ha compiuti 30 l’anno scorso ed è un anno che convive. Ho la fortuna di non avere problemi di salute, non prendo alcuna medicina e quindi non mi lamento! Quello a dire il vero che mi rode è alzarmi la mattina alle 6 per andare al lavoro e lasciare mio marito a letto (è andato in pensione l’anno scorso)!

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      6. E’ tutto giusto, ma c’è un momento che qualcosa si incunea dentro, e ti domandi che senso ha la vita, ( sono agnostico ) e che senso ha mia vita? gli ho dato un significato? è valso la pena vivere e vale la pena vivere ancora ?
        Divento troppo serio e quindi smetto, tanto non so rispondere.

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      7. Queste risposte si possono trovare solo dentro di se, non potranno mai dartele gli altri.
        Personalmente il mio senso lo trovo in quello che ho costruito con la mia famiglia, in mia figlia, nelle persone che mi vogliono bene (davvero), negli amici (quelli veri), in quelle cose che sono per me delle basi e che mi danno la prova che qualcosa di buono ho fatto anch’io e che comunque vale sempre la pena di vivere, se non per altro, per rispetto per tutti quelli che avrebbero voluto farlo e non hanno potuto…
        Comunque hai ragione, meglio smetterla ho parlato davvero troppo….cosa strana per me.
        Buon pomeriggio

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      8. ecco vedi che ho ragione!
        “Ma ora la semplice percezione diventa ufficiale: da oggi la popolazione italiana può considerarsi più giovane: si è ufficialmente «anziani» dai 75 anni in su. La svolta arriva dal Congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg). «Un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa. E un 75enne quella di uno nel 1980 aveva 55 anni», spiega Niccolò Marchionni, professore dell’Università di Firenze e direttore del dipartimento cardiovascolare dell’Ospedale Careggi. «Oggi alziamo l’asticella dell’età a una soglia adattata alle attuali aspettative di vita nei Paesi con sviluppo avanzato», dice Marchionni: «in Italia l’aspettativa di vita è aumentata di circa 20 anni rispetto alla prima decade del 1900. Non solo, larga parte della popolazione tra 60 e 75 anni è in ottima forma e priva di malattie per l’effetto ritardato dello sviluppo di malattie e dell’età di morte».”

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      9. …e tanto per essere chiari, non è l’età che fa saggi, conosco degli ultrasettantenni che sono veramente degli imbecilli ( per collegarsi al tuo discorso di prima) e sono convinta che lo resteranno a vita….

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      10. L’imbecillità è una condizione, e non c’è cura.
        Con l’età dovrebbero cambiare i nostri pensieri, essere più profondi, le persone hanno paura della morte e quindi parlarne, io una volta sono stato costretto a pensarci molto seriamente, cambia il tuo modo di vedere il tutto.

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      11. Beh io ho dovuto iniziare a pensarci relativamente presto, a 20 anni ho perso mia madre (che ne aveva 40) per leucemia (nel 79 ancora i trapianti agli adulti non li facevano) e nell’80 mio padre si operò per un cancro all’intestino (operazione che andò bene per fortuna)senza contare tutte le vicissitudini successive, quindi conosco la morte da vicino molto ma molto bene, per questo ho imparato a dare valore sono alle cose davvero importanti e ad affrontare i problemi senza fasciarmi la testa prima di romperla…

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